Ogni azione educativa che riconosce il fondamentale diritto all’evoluzione di ciascun individuo punta con fiducia sulle sue risorse e promuoverà esperienze che lo aiuteranno a svilupparsi in senso armonico. È rispetto a questa fiducia che il lavoro dello Psicomotricista Funzionale trova il suo naturale raccordo con i genitori, aiutati a riflettere su opportune modalità educative e di relazione. Jean Le Boulch ci insegna che per certi soggetti in una determinata età bisognerà facilitare l’attività esplorativa, ma contemporaneamente fargli accettare dei limiti; che il bambino deve imparare a rispettare dei limiti nel corso dei suoi aggiustamenti. Questo, dice Le Boulch, permetterà alla funzione energetica di raggiungere un suo equilibrio, quindi conciliare l’attività del bambino, conciliare la sua iniziativa, che è necessaria e va mantenuta, ma equilibrare la cosa dandogli dei limiti da rispettare. Il figlio deve saper imparare a frenarsi nell’agire; una situazione di equilibrio che non è facile da instaurare in un bambino poiché uno squilibrio o in un senso o nell’altro ha influenza sul comportamento e sul suo atteggiamento. In un ambiente, ad esempio, troppo rigido, dove esistono troppe regole, c’è una esagerazione dell’inibizione e quindi il bambino in un ambiente così rigido sarà bloccato, avrà sempre minore iniziativa, diventerà passivo, forse sarà gentile, ubbidiente ma non avrà né iniziativa né autonomia. Al contrario i bambini per cui tutto è possibile, vanno invece nel senso dell’instabilità, fare qualunque cosa in qualunque modo. due esagerazioni, l’equilibrio fra queste è un aggiustamento controllato mantenendo sempre sviluppato il potenziale di iniziativa del bambino. Con ciò significa “trovare l’equilibrio tra l’attività del fascio inibitore discendente e l’attività del fascio attivatore ascendente, e questo equilibrio si trova anche grazie all’attitudine dell’adulto, che è permissivo e che a volte deve dare dei limiti”.
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