Sono soggetti che non possono impedirsi di muoversi e quando non si muovono parlano. I vari stimoli in questi soggetti comportano risposte riflesse oppure in maniera riflessa scatenano automatismi motori o di linguaggio. Le informazioni non sono analizzate a livello corticale o lo sono poco, non hanno tempo di salire, il movimento è già partito e loro sono ferme al II livello. È necessario un certo tempo perché l’informazione risalga all’area che analizza, altrimenti il soggetto non memorizzerà niente, il problema è, infatti, quello di arrivare a sviluppare il fascio di controllo per abbassare il livello del tono di base. Sono soggetti che difficilmente si adattano al clima scolastico, dimostrando reazioni di incostanza nel corso di un lavoro mentale prolungato e con un proprio diagramma continuamente variabile, bizzarro, in apparenza antagonistico. Posti di fronte a problemi operativi e conseguenti problemi della vigilanza; ciò influenza il proprio livello tonico e, in quanto instabile, non riesce a tollerare l’aggressività dell’adulto né le critiche dell’insegnante. Per tutto ciò l’attitudine stabile e ferma dello Psicomotricista Funzionale® è un elemento di riferimento importante per il bambino, ma non è sufficiente; bisogna quindi agire sul controllo tonico perché impari a dosare le proprie scariche toniche. L’instabile dovrà avere una certa libertà d’azione in un determinato ambito spaziale, esperienze proposte all’interno di uno spazio e con un numero di consegne sui limiti spaziali e temporali, sull’arresto e il controllo. Ancor più non si dovrà intervenire sul sintomo e quindi per abbassare il tono di base dell’instabile non si può ricorrere a metodi di distensione poiché questo stato lo porrebbe di fronte al suo problema e generare ansia. Con gli instabili si potrà lavorare direttamente sulla percezione del corpo, ma non sul controllo cinestesico; portano ad un controllo tonico i referenti visivi e uditivi, e la musica è un supporto indispensabile per l’instabile, utilizzata come un vero e proprio fenomeno di risonanza fisica; la ritmicità arriva e transita agli automatismi ritmici con un effetto sedativo su questo soggetto, che riesce a vivere, a sentire un movimento più ordinato, organizzato e controllato. La musica gli permetterà di lasciarsi trasportare dal ritmo e di non fare nessuno sforzo per controllarsi; potrà persino avere una coscienza più netta della propria motricità, apportare una attenzione visiva che introduce ad un lavoro di controllo. Attraverso la musica viene permesso all’instabile di sentire meglio le proprie caratteristiche motorie, visto che il suo problema fondamentale è la mancanza di tempo per far arrivare le informazioni a livello corticale. Alcuni organizzano l’esposizione verbale percependo certi elementi e indovinando gli altri riescono a costruire tutto l’insieme. In seguito all’intervento di aiuto, acquisiti i primi elementi di controllo si deve approfittare dei momenti di stabilità relativa del soggetto per consolidare lo schema corporeo fino a renderlo cosciente, giungere all’equilibrio fra le funzioni affettive, cognitive e motorie.