Una volta riconosciuto un fanciullo come arretrato ha bisogno della relativa cura. Questa cura da parte dell’educatore si deve occupare del riordinamento della mobilità e della sensitività in genere le quali non funzionando tra loro armonicamente o per arresto subito o per difetto, danno appunto il carattere della tardività.
Il Metodo di educazione fisica, morale e intellettuale- (ndc) consiste nella soluzione di questo problema. Di un individuo si devono sviluppare le sue funzioni in modo che esse acquistino attività, rapidità, estensione, precisione. Siccome l’uomo si muove e sente prima di sapere, dunque l’attività e la sensitività devono essere le prime ad assoggettarsi al metodo di educazione.
Questa educazione nelle scuole non corrisponde allo scopo cui dovrebbe mirare ed io credo che ciò avvenga per la ragione che in generale non si sa adattare agli individui. Non tutti gli esercizi convengono agli alunni, bisognerebbe dunque che prima si conoscessero bene. È necessario che gli esercizi siano ragionevolmente graduati ed in modo che tanto il sistema muscolare che il sistema nervoso non abbiano tra loro un predominio. Il fanciullo per impararne i vari e appropriati esercizi bisogna che imiti quelli che necessariamente deve fare il maestro in sua presenza per insegnarglieli. Ecco perciò l’imitazione viene messa a contributo. Essa origina l’attenzione poiché niente si può imitare senza che si attenda o si osservi bene l’atto da riprodurre.
È dunque necessario che prima di tutto nel fanciullo si educhi e si fissi l’attenzione acciocché egli possa imitare ed eseguire gli atti (…) in modo che il sistema nervoso e gli organi dei sensi in particolare entrino in funzione sotto l’influenza della volontà, cooperazione che viene a formare il legame segreto che unisce per mezzo dell’imitazione, una vera e propria educazione. Così raggiunto lo scopo di un certo riordinamento fisico e sensoriale di questo si farà base pel suo miglioramento intellettuale e morale che lo condurrà ad essere un fanciullo privo di tutte le caratteristiche che denotavano prima la sua tardività.
(sta in: Antonio Gonnelli Cioni, Fanciulli deboli di mente e loro educazione, Milano, Tipografia del Commercio 1898).
Guido Pesci