Il processo di costruzione delle basi scientifiche e metodologiche che hanno spinto Jean Le Boulch a dar vita alla Psicomotricità Funzionale® suscita particolare interesse specie in occasione del maturato pensiero avverso ai metodi di valutazione tradizionali suffragati da stereotipie, i quali “limitano e condizionano i risultati quantitativi dell’osservazione”. In troppi, come dirà Le Boulch, continuano a utilizzare “prove di bilancio per definire una diagnosi e sulla base della quale costruire il profilo psicomotorio del soggetto” (Jean Le Boulch UPD ISFAR).
Per rilevare i bisogni del soggetto e rispondere alle esigenze dell’ambiente con cui si relaziona, Jean le Boulch con la sua nuova disciplina chiede di analizzare lo sviluppo funzionale come espressione della condotta globale; in opposizione a scale e profili che stanno in un criterio restrittivo e lontano dalla visione d’insieme egli vuole dare significato all’aspetto relazionale e all’evoluzione psico-affettiva in stretta connessione con attività agite per mezzo del movimento.
Ispirandosi alla corrente fenomenologica, all’azione e all’esperienza vissuta, Le Boulch assolve a questo suo impegno proponendo l’Analisi Psicomotoria Funzionale (APF), un processo molto complesso che permette di osservare in modo mirato la persona in ogni sfaccettatura della sua totalità, conoscere le limitazioni accumulate che possono aver compromesso una certa autonomia, la disponibilità del proprio corpo e ogni capacità di adattamento all’ambiente. «Ogni Analisi Psicomotoria Funzionale -sostiene Jean Le Boulch- deve dunque prolungarsi in una ricerca capace di fornire spiegazioni causali, a conferma che vi è sempre un rapporto diretto tra i caratteri intrinseci dell’atto e quelli della situazione vissuta da cui scaturisce un atteggiamento, che esprime una certa correlazione tra gli aspetti corporali e mentali del comportamento. Gli atteggiamenti devono essere considerati come fenomeni sociali, la manifestazione dei bisogni di espressione e di comunicazione» (Jean Le Boulch UPD ISFAR). “È fondamentale- dice Le Boulch- poter osservare come è la situazione e qual è il lavoro che resta da svolgere e soprattutto utilizzare i metodi attivi e funzionali per mantenere l’interesse e confrontarsi in queste situazioni-problema, tenendo conto della dimensione affettiva e relazionale. Nella nostra Analisi Psicomotoria Funzionale non ci accontentiamo solo di istituire le condizioni in cui lo sviluppo può avvenire ma andiamo ad analizzare le condizioni funzionali dello sviluppo cioè quelle funzioni che dipendono dall’organizzazione della persona perché una persona deve poter risolvere determinati problemi che gli vengono posti dall’ambiente esterno, e questo tipo di concetto corrisponde alle leggi di equilibrio di Piaget. L’Analisi Psicomotoria Funzionale studia infatti le funzioni che permettono all’individualismo l’adattamento alle condizioni dell’ambiente e la conoscenza dello sviluppo globale del soggetto, buon punto di partenza su cui impostare con adeguatezza un intervento specifico. Studia lo sviluppo, l’evoluzione di un sistema, l’evolversi di un sistema nel tempo, insegue la concezione che il sistema non s’arresta mai e deve continuamente poter affrontare tutto ciò che è imprevedibile nell’ambiente” (Jean Le Boulch UPD ISFAR).
Lapo Zoccolini