Il Diario scritto da Guido Pesci è stata per me l’occasione di leggere interessanti annotazioni su fatti e osservazioni di carattere scientifico e personali specie sulle esperienze condotte assieme a Jean Le Boulch, padre della Psicomotricità Funzionale. Il registro non è giornaliero e nel conoscere l’autore del resto già mi immaginavo che non avrebbe sempre trovato il tempo per costanti trascrizioni, ma seppur nell’essenzialità, si trovano ben conservati gli avvenimenti più significativi. In un diario si lasciano tracce di un percorso di vita, scritte a mano, a volte perfino difficili ad essere decifrate; sono appunti da ricordare, condivisi e sofferti, nello specifico si tratta di annotazioni che testimoniano l’impegno dei due scienziati, un obbligo morale nel portare avanti, strutturare e consolidare teoria e prassi di una nuova scienza e di una nuova professione da cui la società ne potesse trarre vantaggio. Il Diario, che mi è stato concesso di consultare, non è pari a quanto mi potessi aspettare per numero di pagine, ma solo perché esclusivo di un periodo che a me particolarmente interessava, e cioè il periodo in cui Jean Le Boulch divorzia dalla psicomotricità del momento per giungere, dopo anni di ricerca e una perdurata sperimentazione, alla proposta di una nuova formazione sostenuta dalla sua nuova scienza, la Psicomotricità Funzionale. Quello era il periodo in cui l’Università di Pau (Francia), con la quale la Scuola di Firenze era convenzionata per la formazione di psicomotricisti, non accolse la proposta che Jean Le Boulch fece di formare psicomotricisti ad orientamento psicomotorio funzionale; ciò avrebbe significato il riconoscimento dei principi e della metodologia della sua nuova scienza. Tale dissenso e negazione portano la Scuola di Firenze ad interrompere la convenzione. È stato un momento difficile, un momento di incertezza, di rammarico e di rimpianto, un vortice di sofferenza che ben si rintraccia nel Diario, e che lascia, in tempi successivi da come si legge nelle pagine seguenti, spazio ad una diversa situazione e soluzione. Jean Le Boulch era profondamente stretto dall’amicizia con Pesci fin dal 1984 e la solidarietà non poteva venire meno, dalla lettura delle pagine del Diario si comprende che Pesci sta in costante corrispondenza con Jean Le Boulch il quale risponde con grande enfasi ad una lettera inviata ed in cui si legge: Notre recontre avec l’interprete pour preciser les details de l’organisation future des session pourra avoir lieu un soir a votre choix a patrir dum ardi 23 mars. Je suis tres heureux que vous n’avez pas abandonne l’idee de faire repartir l’ecole de psychomotricitè fonctionnel si mon action s’avère efficace près des instances europèennes. Je vais donc m’y employer sèrieusement. Il n’y avait rien à espèrer de Pau. ( Il nostro incontro con l’interprete per precisare i dettagli dell’organizzazione futura delle sessioni, potrà aver luogo una sera di vostra scelta a partire dal 23 marzo. Sono molto felice che non avete abbandonato l’idea di far ripartire la scuola di psicomotricità funzionale se la mia azione presso le istanze europee si avvera efficace. Mi ci dedicherò dunque seriamente. Non c’era nulla da sperare da Pau.)
Nelle pagine del Diario si leggono ulteriori accordi epistolari in cui si intensifica la collaborazione e in cui prende vita la nuova organizzazione prospettata a Jean Le Boulch da Guido Pesci, che nel frattempo diviene Direttore Scientifico dell’ISFAR-Istituto Superiore Aggiornamento e Ricerca subentrato alla nomina di Presidente ASIRD (Associazione con cui era stato stilato l’accordo con l’Università di Pau) e che sente quanto questo nuovo impegno collaborativo con Jean le Boulch risulti come “importante potenzialità organizzativa con nuove prospettive scientifiche e formative” di una nuova Scuola. Continuano appunti, incontri fissati sia in Francia che a Firenze, intenti, volontà, entusiasmi alternati a preoccupazioni e dubbi propri di quando si dà vita a qualcosa di assai impegnativo e di elevata responsabilità, e viene fissato per il 26 marzo 1997 l’incontro a Firenze che si allarga anche ai soci dell’ISFAR e all’assistente di Le Boulch, René Essioux per notificare la già avviata pubblicità e la conseguente risposta. A proposito nel Diario si legge: “L’incontro è stato commovente…”. Di questo momento sono stati annotati i diversi sentimenti e per ciascuno il diverso modo di esprimerli, la gioia ha poi preso il sopravvento. “Durante la cena sono state passate le notizie sull’ organizzazione del corso, del gran numero degli iscritti, dell’interprete e della sede”. Si legge inoltre che Jean Le Boulch, a cui ha fatto più volte eco René, ha voluto tracciare pur senza enfasi come era solito, la sua nuova disciplina di cui Pesci specifica “Ovviamente agli altri, non a me che da anni ho assistito, e dove possibile contribuito, alla sua espansione”. “Soli per 15 minuti abbiamo raccolto ogni aspetto positivo di quanto era accaduto, ora pronti. È seguito l’abbraccio tra noi di vera sentita amicizia. Jean mi lascia da leggere il programma della formazione”.
Nelle pagine del Diario leggo con piacere ed una particolare emozione tutta l’organizzazione del Corso triennale in Psicomotricità Funzionale, “Siamo stati ospitati nelle strutture della Direzione Didattica del Circolo n.3 di Firenze, accolti favorevolmente dalla direttrice prof.ssa Mariella Rovetti Marzuoli. Tre insegnanti della struttura frequenteranno il corso”. continua “Il programma che ho letto è schematico, ormai nulla di nuovo, questa è la formazione in Psicomotricità Funzionale. Ora si respira la Psicomotricità Funzionale”. Nelle pagine che seguono, assieme ad altro leggo “La Scuola ha un nuovo inizio. Lui è felicissimo di trovarsi con una sua Scuola ISFAR a Firenze”. “A lezione è stato eccezionale, più di sempre. Lui è molto soddisfatto, veramente motivato”.
Marta Mani