L’Analisi Psicomotoria Funzionale (APF) è un ottimo punto di riferimento per osservare in modo mirato la persona, conoscerne le limitazioni accumulate attraverso varie tappe evolutive, ciò che ne compromette una certa autonomia, la disponibilità del proprio corpo e ogni nuova capacità di adattamento all’ambiente. È dunque un’analisi per scoprire i punti di forza e i punti deboli, tradotti dalla fitta rete delle funzioni esposte nei quadri biologico, neurologico e funzionale. È a questi quadri che si collega una cascata di conoscenze e di emergenze a cui non sfugge che ogni individuo ha necessità di un percorso suo personale e che bisogna intervenire dopo aver osservato la condotta, valutato la qualità della risposta agli stimoli, conosciuto i processi mentali che la regolano e l’intenzionalità che conduce all’azione. Lo Psicomotricista Funzionale che utilizza il movimento come supporto per migliorare le funzioni dei soggetti di varie età deve conoscere le varie tappe evolutive delle diverse funzioni ed essere in grado di compiere un’Analisi Psicomotoria Funzionale per un conseguente intervento indirizzato ad ottenere un opportuno adattamento alle situazioni-problema a seconda delle necessità dei singoli soggetti. A proposito dice Jean Le Boulch: “Si fa presto a dire che bisogna sviluppare le funzioni, tutti lo fanno, ma il problema diventa più difficile quando bisogna dire quale funzione sviluppare e come. Vi suggerisco di tenere sempre presente che la persona nella sua globalità è fatta di funzioni diverse che interferiscono fra loro, per questo la strategia psicomotoria funzionale favorisce le iniziative che conducono a mettere in atto un processo mentale, creare armonia nella funzione energetico-affettiva, sollecitare un sano interesse per l’ambiente e una serie di azioni per attivarne lo sviluppo (Le Boulch, ISFAR UPD). Dal professor Le Boulch si ha quindi conferma che deve essere l’Analisi Psicomotoria Funzionale a tener conto della cronologia dello sviluppo, delle particolarità individuali, dell’adattamento alle situazioni problema, dell’efficacia della persona, ad intervenire sulla realtà, sul recupero, mantenimento o miglioramento del proprio bagaglio funzionale. “L’Analisi Psicomotoria Funzionale, sostiene Le Boulch, deve prolungarsi in una ricerca strutturale capace di fornire spiegazioni causali, a conferma che vi è sempre un rapporto diretto tra i caratteri intrinseci dell’atto e quelli della situazione vissuta da cui scaturisce un atteggiamento, che esprime una certa correlazione tra gli aspetti corporali e mentali del comportamento. L’Analisi Psicomotoria Funzionale ci aiuta a preparare progetti in cui il movimento sotto forma di attività, le più idonee ai bisogni ed alle motivazioni dei soggetti, serve da strumento per consentire alle persone di raggiungere la piena consapevolezza di sé nella propria globalità e nelle proprie parti ed essere in grado di valorizzare al meglio le proprie risorse funzionali per raggiungere un certo benessere”(Le Boulch, ISFAR UPD). La Psicomotricità Funzionale muove su principi e prove convalidate da risultati controllabili dal punto di vista scientifico e indirizzata a riequilibrare lo sviluppo affettivo e l’attitudine educativa. Scienza sostanziata da basi neurofisiologiche e dalla necessità di passare dal sintomo all’Analisi Psicomotoria Funzionale del sintomo, di studiare il movimento come modo di espressione della condotta globale del soggetto e di impiegare i valori che si ispirano alla corrente fenomenologica, all’azione e all’esperienza vissuta. Una scienza di esperienza, dunque, che dà significato allo sviluppo funzionale in stretta connessione con attività agite per mezzo del movimento, all’aspetto relazionale e all’evoluzione psico-affettiva.
Guido Pesci